lunedì 23 gennaio 2012

Sono Pazzi Questi Arcieri!

Di solito in inverno i gruppi di rievocazione tendono a rimanere al caldo, a ritemprarsi dalle fatiche dell'anno, a costruire armamentari nuovi e/o vestiti nuovi o altre amenità del genere. Insomma il rievocatore medio è un animale da letargo.
Ieri ho scoperto che la variante arciere invece trova assolutamente divertente e stimolante ritrovarsi per gare invernali nel periodo più freddo dell'anno. Ho però il sospetto che sia una bieca scusa anche per ridere e mangiare come chissà...

Io non sono un arciere e non ho mai pensato di diventarlo. Insomma...sì...Robin Hood lo adoro, da bambina ho sognato di essere o fare come lui, ma il CLANG della spada contro l'altra e le smelle che si producono provocano una sensazione che il WHOSH della freccia nell'aria non può provocare.
Sono un fante pesante...terza linea, ma fante pesante.

Questo fine settimana passato però è stato divertente e rilassante, per quanto non fossi nel mio ambiente e conoscessi poche persone. Eppure...ci si guarda in faccia e si riconoscono vecchi amici, si rincontrano compagni di rievocazioni, si conoscono finalmente persone che feisbuck ti ha fatto conoscere (e finalmente le guardi negli occhi per capire chi sono), se ne conoscono di nuove...e tutte hanno lo stesso sguardo che ti fa sentire a casa.
Per la sociologia ufficiale e impaludata questa si chiamerebbe una sottocultura.
Per il mondo ggiovane sarebbe un insieme di nerd.
Per me e gli altri...beh ci dispiace che voi siate normali.

Perché il rievocatore, sperimentatore, archeologo o meno, storico o meno, trafficone, artigiano, di città o di montagna, uomo o donna, di periodi storici definiti o plurimi (tutte categorie assemblabili a caso o secondo un percorso ben definito) ha lo stesso sguardo curioso per ciò che lo circonda


trova affascinante qualunque oggetto naturale gli sia utile per la sua sperimentazione o ricostruzione, ringraziando l'amico che glielo ha procurato


quando si ritrova in gruppo è normale che sbuchi fuori un libro, fascicolo, documentazione, fogli vari ed eventuali, per controllare l'ultimo ritrovamento archeologico o confrontare l'ultima ricerca fatta


oppure si metta a costruire o a dare una mano a risistemare la strumentazione dell'amico o collega


oppure chiacchiera di storia, spaziando nel tempo e nello spazio


Ma quando il gioco si fa duro e le decisioni prese, chi c'è c'è. Gara, rievocazione, sperimentazione hanno luogo indipendentemente dal luogo e dal tempo, anzi a volte le avversità climatiche ti spingono a fare domande che non ti eri posto prima, ti spingono a forzare la tua forza di volontà o solo quella fisica.



beh un aiutino moderno aiuta... Un grazie a tutti coloro che hanno portato viveri caldi e riscaldanti che hanno permesso anche a me di non congelarmi del tutto. E soprattutto bella la condivisione tranquilla e umana. 





Grazie a tutti quelli che mi hanno accettata con un sorriso o solo con una chiacchiera.
Una pattona al mio ex Liberto (ricordati che ti ho venduto al Frate).
Grazie alla Sagitta Barbarica, a Nonno, a Mirco, a Monica e Sergio, a Moreno e Alessandra, al Mago e a tutti gli altri per il bel fine settimana di riposo, ma noi non tanto; per avermi fatto vedere meglio il "mestiere" dell'arco; per le risate; per gli spunti di domande; e per tanto altro ancora.
Vediamo cosa il futuro ci riserverà.

4 commenti:

  1. Cara Sara, complimenti per i commenti. Sono lieta che la due giorni ti sia piaciuta. Tu dici di non essere arcere, nè di volerlo diventare. Mai dire mai. La mia storia è simile alla tua: anche io sono fante (leggero), anche io combatto con scudo e lancia in prima, seconda e terza linea, spingo nel murus e copro nella testudo. Però...però un giorno, una voce nascosta, piccolina piccolina, mi spinge senza volerlo nè pensarlo, a comprare un'arco e tre frecce. Da allora di strada in questo ambiente arceristico ne ho fatta, ma quella piccolissima vocina è diventata un rombo tuonante che ha presto il sopravvento. Il clangore delle armi e scudi che cozzano è potente, ma la libertà e l'esaltazione che si prova a scagliare frecce al cielo nel tentativo di arrivare lontano è immensa. Forte forte, fortissimo richiamo!!
    Se ti lasci trasportare un pò più in là, capirai anche tu. Ciao e spero di rivederti presto. Rita/Tvllia

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  2. Nessun limiti la curiosità umana, nassun limiti l'ardire, nessun si ritenga incapace di cambiare, colui che non cambia non è più vivo!

    Tutti coloro che hai recentemente conosciuto si son lasciati trasportare da quel WHOSH, perchè quello e il rumore che fa il tuo corpo quando la forza sviluppata da un semicerchio di legno si trasforma in una retta di legno.
    Essa vola e vola e vola, non è forse stato per millenni il sogno del piccolo a terreno uomo?
    In quel piccolo gruppo, come sospesi in un tempo che si cristallizza, esiste un sentimento che è molto simile all'amore, fors'anche maggiore dell'amore che si conosce nel mondo dei normali, ed è per questo che dici che non siamo normali,ciò è vero!
    Ti aspettiamo sicuri che fra non molto sarai veramente dei nostri.
    M.o.

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  3. Oh, quanto amore traspare da chi ha scoperto la libertà del fare quello che piace!

    Mi soffermo e faccio tesoro di quello che dite, sapendo, come dice giustamente Tvllia, che non bisogna mai dire mai.
    Sarà quello che sarà. E se a volte si può averne paura, altre volte non ha senso.

    Spero di rivedervi presto e magari rischiare anche che la mia mira pessima faccia ridere tutti con i bersagli mancati.

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  4. Ciao Fante leggero,
    un tempo molto lontano anche io ero fante, strisciavo a terra e non spingevo nessuno se non un moderno fucile.
    La sensazione però è la stessa di quando tiri con l'arco, sei solo con la tua arma, combatti prima con lei, poi con l'avversario.
    Nessuno vuole obbligarti ad essere arciere, lo diventerai quando sarà l'ora.
    A presto
    Maon

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